Impertinente, sensibile, geniale...
Oscar at last!
by Maria Rosa Bozzato
“I wrote when I did not know life,
now that I do know the meaning of life, I have no more to write.
Life cannot be written, life can only be lived”
“Ho scritto quando non conoscevo la vita. Ora che so il senso della vita, non ho più niente da scrivere. La vita non può essere scritta: la vita può essere soltanto vissuta”. In questa frase - rivolta da Oscar Wilde, ormai in esilio, ad un’amica di sua madre - possiamo racchiudere la storia di questo geniale scrittore, vissuto nella seconda metà del diciannovesimo secolo in piena era vittoriana, critico e allo stesso tempo partecipe della vita del suo tempo.
Oscar Fingal O’Flahertie Wills Wilde, nasce nell’ottobre 1854 a Dublino, secondogenito di una famiglia benestante. Suo padre William, divenuto Sir per meriti scientifici, era un rinomato medico chirurgo otorinolaringoiatra e oculista, autore di testi medici importanti e al tempo stesso romantico ricercatore del folklore irlandese. Sua madre Jane Elgee era una donna eccentrica, nazionalista convinta, che col nome di Speranza scriveva poemi in grado di infiammare gli animi già caldi degli Irlandesi. Due genitori affettuosi che saranno travolti improvvisamente da un grandissimo dolore: la morte prematura dell’adorata figlia Isola Francesca. Oscar allora dodicenne, colpito nel suo amore di fratello, scrive così i suoi primi delicati versi:
‘Tread lightly, she is near ‘Fate piano, è qui vicina
Under the snow Sotto la neve,
Speak gently, she can hear Parlate adagio, lei può sentire
The daisies grow …’ Crescere le margherite…’
Studente brillante, Wilde frequenta le migliori scuole della sua epoca, dal Trinity College di Dublino fino ad Oxford dove diventa un brillante oratore. Non ama gli sport, preferisce leggere e le lettere classiche sono la sua passione tanto che, giovanissimo, ottiene la Gold Medal for Greek. Nel 1876-77 viaggia molto in Italia e in Grecia col professor Mahaffy che gli trasmette l’amore per l’ellenismo. Nel 1878 si laurea e lascia Oxford e nello stesso anno vince il “Newdigate Prize for Poetry”. Si stabilisce a Londra dove comincia a costruire la sua immagine di anticonformista, vestendosi e comportandosi in modo stravagante e creandosi una cerchia di amici che lo imitano. Diventa, anzi inventa, un dandy cinico e impertinente, un provocatore ironico e raffinato che schernisce tutto ciò che è luogo comune e anche buon senso. Nel 1882, sempre bisognoso di soldi a causa della sua vita dispendiosa, accetta un invito come “lettore” negli Stati Uniti, dove arrivando sentenziò “Io non ho niente da dichiarare, tranne il mio talento”. Tornato in patria nel 1884 sposa Constance Lloyd dalla quale avrà due figli. Per i bambini e per tutti, Wilde diventa un narratore delicato e romantico. Scrivendo brevi racconti come The Canterville Ghost (1877), The Happy Prince and Other Stories (1888), The Portrait of Mr. W.H. (1889), Lord Arthur Savile’s Crime and Other Stories (1891), The House of Pomegranates (1891), metterà così a nudo - per sempre - il suo animo sensibile e gentile.
Wilde trascorre anni pieni di lavoro e soddisfazioni: i salotti buoni se lo contendono anche se tutti temono le sue battute pungenti, i famosi aforismi, dai quali non si salva nessuno. E’ autore di brillanti testi teatrali come Lady Windermere’s Fan (1892), A Woman of No Importance (1893), An Ideal Husband (1895), The Importance of Being Earnest (1895), con i quali ironizza sulle manie e le ipocrisie dell’alta società che lui stesso frequenta. Nel 1890 Wilde pubblica l’unico suo romanzo “The Picture of Dorian Gray”, mirabilmente integrato nel 1891 dalla famosa “Prefazione” che diventerà il Manifesto dell’Estetismo inglese. L’opera, intrisa di decadente estetismo, parla di un giovane bellissimo che desidera rimanere per sempre uguale. Sarà invece il suo ritratto a invecchiare e a portare i segni della sua vita dissoluta. Solamente al momento della sua morte il ritratto riprenderà la sua bellezza originaria, mentre il viso di Dorian si trasformerà e rivelerà a tutti la malvagità del suo animo.
La ruota della fortuna di Wilde gira rovinosamente nel 1895 quando il marchese di Queensberry lo denuncia per la sua relazione omosessuale col giovane figlio. Il Poeta viene processato e condannato a due anni di prigione. Subisce ogni sorta di privazioni e umiliazioni e quando viene rilasciato è ormai un uomo distrutto. Solo, anche se avrà per sempre l’affetto della moglie e dei figli, raggiunge alla fine Parigi dove condurrà una vita misera e solitaria e dove si spegnerà, dopo aver abbracciato la Fede Cattolica, il 30 novembre del 1900 per un attacco di meningite.
Le sue ultime opere sono: il “De Profundis”, una lunga lettera scritta nel carcere di Reading nel 1897, pubblicata parzialmente nel 1905 e completamente solo nel 1962; e “ The Ballad of Reading Gaol (1898)”, un lungo poema che descrive la sua penosa e sofferta prigionia.
‘And alien tears will find for him ‘Lacrime sconosciute riempiranno
Pity’s long-broken urn, l’urna della Pietà per lui.
For his mourners will be outcast men, Avrà i lamenti degli uomini esiliati,
And outcasts always mourn’ per gli esiliati esiste solo il pianto’
Epitaffio sulla tomba del Poeta
(da The Ballad of Reading Gaol)
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